Carina Guttchen
Das Kunst-Stück des Friederich Werthmann
Mit „solstizio“ geht die Sonne im Gambarogno nicht unter



In Abwandlung des Zitats von Schiller geht die Sonne auch in San Nazzaro nicht mehr unter, sogar wenn es Bindfäden regnet, stürmt und schneit. Wie ist das möglich?
Mit „solstizio“! Aus dem Boden „wächst“ in einem zartgeschwungenen Spiral-Bogen ein glänzendes, silberweiss spiegelndes Rohr aus Chromnickel-Stahl, das am Kulminationspunkt eine Höhe von 2,15 Meter misst, also spielend untergehbar ist, und ebenso breit wie tief ist; im Kaliber so dick, dass grosse Männerhände es gerade noch umfassen können.
Ja, gross ist er, in jedem Sinne, der international renommierte Künstler Friederich Werthmann, der dieses phantastische Metall-Gebilde auf der öffentlichen Piazza des Municipios und Schulhofes (Architekt Luigi Snozzi) aufgestellt hat.
Federico, wie er hierzulande genannt wird, hat am 22. Juni, genau beim höchsten Stand der Sonne – der Sonnenwende – den Schlagschatten, den dieser geschwungene Bogen wirft, in Sonnengeschwindigkeit aufgezeichnet. Diesen Schatten hat er dann, ebenfalls aus Chrom-Nickel-Stahl hergestellt, flächig im Pflaster eingelassen. Seit wenigen Wochen steht das abgeschlossene Werk auf dem Platz. Ein phantastischer Anblick, dieser sphärische Bogen, ein Denkmal aus „Licht und Schatten“!
Und so hat Werthmann, ein in kosmischen Dimensionen denkender Künstler, die Sonnenwende nach San Nazzaro gebracht und für immer festgehalten. Menschen können lustvoll unter dem „Triumph-Bogen“ durchwandeln und die Schulkinder vergnügen sich ohne Verletzungsgefahr, denn die Oberfläche des Bogens ist angenehm, ja handschmeichlerisch. Gleichzeitig dient „solstizio“ didaktischen Fragestellungen – die Lehrer werden es sicher zu nutzen wissen.
Die Kinder haben es bereits vorgemacht: sie laufen, hüpfen und springen. Wir können zwar alle nicht über den eigenen Schatten, jedoch seit „solstizio“ mit Leichtigkeit über die Licht-Schatten-Grenze springen.



L‘„arte cosmica“ di Federico Werthmann
Grazie a „solstizio“ nel Gambarogno il sole non tramonta più


Parafrasando, invero con una certa libertà, una citazione di Schiller, si puo affermare che, nonostante piova a catinelle, nevichi o tempesti, il sole non tramonta più a San Nazzaro. Ma com’è possibile? Beh, grazie a „Solstizio“: una scintillante spirale elicoidale in tubolare di acciaio-cromo-nichel che germoglia dal terreno raggiungendo nel suo punto culminante oltre due metri di altezza. L’Oggetto, le cui dimensioni orizzontali e verticali si equivalgono (215 cm), e grosse mani d’uomo riescono appena ad afferrarne la circonferenza. E grande in tutti sensi, I’artista Friederich Werthmann, il creatore dello splendido oggetto metallico che si erge nella piazza di fronte al Municipio ed alle scuole, e gode ormai di fama internazionale.
Federico, come lo chiamano in loco, proviene da Düsseldorf-Kaiserswerth, ma vive parte del suo tempo nel luogo di elezione, per l’appunto San Nazzaro. Durante il solstizio d’estate l’artista ha tracciato, in tempo reale, ossia a „velocità“, I’ombra proiettata dalla spirale, che e stata in seguito riprodotta in acciaio-cromo-nichel ed incastonata. Da alcune settimane l’opera terminata fa bella mostra di se sulla piazza: una visione meravigliosa, un sferico, un monumento di „luce ed ombra“. Werthmann, artista riflessivo che ama spaziare nelle dimensioni del cosmo, ha cosi portato a San Nazzaro un solstizio permanente; un „arco di trionfo“ sotto il quale la gente ama passare e i bambini giocano senza pericolo, poiché la superficie della spirale è piacevole al tatto, addirittura carezzevole. „Solstizio“ solleva inoltre interrogativi didattici che i docenti non mancheranno di cogliere.
Ma chi è, Federico Werthmann? Una breve descrizione per chi ancora non lo conosce.
Negli anni cinquanta scopre l’acciaio, che diventera il metallo esclusivo della sua ricerca artistica. Nelle acciaierie industriali trova le forme basilari che lo ispirano, forme che modifica in seguito artisticamente impiegando le varie tecniche della saldatura. Le gocce che si formano durante il procedimento danno origine a incrostazioni e spaccature, trasformazioni volutamente casuali, che nelle opere più tardive, sono accentuate mediante l’uso della dinamite. Werthmann fa esplodere piccole quantità perfettamente calibrate di dinamite, giocando coscientemente con la casualità. Le sue sculture sono il risultato della metamorfosi addomesticata di statica in dinamica, di materia in energia. Opere ragguardevoli e talvolta imponenti vestono paesaggi, parchi e giardini: „Steel-henge“, „S’po’be’mia“ o „DynaVinci“ per citarne alcune. Nel catalogo del 1988, Wolfgang Henze scriveva: „ll materiale rimane sempre ancora il veicolo per la creazione della forma e dello spazio, ma non si smentisce più, non è più sostituibile! Solo così la scultura del nostro secolo ha potuto liberarsi dei significati evidenti tramandati dal 19esimo secolo e ridiventare sogno di immediatezza espressiva».
L’arte e la passione di Werthmann, un fuoco interno che lo sospinge. Grazie ad una creatività esplosiva e ad una notevole padronanza tecnica, I’artista riesce ad imprimere movimento addirittura all’acciaio! I bambini ce l’hanno già mostrato: corrono, saltellano e saltano. Anche se non riusciremo mai a spiccare il salto sopra la nostra ombra, „solstizio“ ci permette
perlomeno di superare facilmente il confine tra ombra e luce.
Traduzione: Urs Strozzega

In: Fehlemann, Sabine (Hrsg.)
Friederich Werthmann Skulpturen - Werkverzeichnis 1957 - 2002
bearbeitet von Marern Heyne und Hartmut Witte
Von der Heydt-Museum, Wuppertal 2003